di Laura Sabatini
Da un lato il piccolo "buon uomo" che cerca di recuperare i pezzi della sua esistenza andata in frantumi in un mondo sordo alle sue necessità come produttore e ai suoi sentimenti come marito, dall'altro l'uomo ricco, scaltro, senza scrupoli, attorniato da una nuvola di tirapiedi al suo servizio, che manipola l'informazione mediatica a proprio vantaggio.
Superate
tutte le difficoltà incontrate per portare avanti questo progetto rischioso, a
cominciare dai dubbi che assalgono lo stesso Bruno quando gli viene presentata la
produzione di un film dal tema tanto delicato, l'unica speranza per
risollevarsi, se non finanziariamente, almeno nella stima dei figli e della
giovane regista (Jasmine Trinca) che si è affidata a lui per la produzione del
suo primo film, diventa proprio girare anche solo un giorno della vita del
Caimano: quello in cui si trova, ormai senza alleati, davanti al tribunale che
lo condanna definitivamente.
Questo
legame che si forma tra i due personaggi è più volte sottolineato da raccordi
d'immagine o di battute nel passaggio tra una scena che coinvolge Bruno e la
successiva incentrata sul Caimano.
Interessante,
inoltre, il quadro che Moretti dipinge del panorama cinematografico italiano,
in cui non solo mancano le risorse, ma gli stessi "addetti ai lavori",
i rappresentanti del "vecchio" cinema italiano, sono indifferenti ai
temi su cui sarebbe necessario far soffermare l'attenzione del pubblico, come
dimostra la prima reazione dello stesso Nanni Moretti quando gli viene proposto
di impersonare il Caimano, salvo poi riscattarsi nel finale accettando il
ruolo.
Anche gli attori famosi, necessari poiché senza di essi i produttori non
rischiano su di un film opera prima di una giovane regista, finiscono per
scegliere lavori di nessuna rilevanza per la situazione sociale o politica del
Paese, ma più convenienti economicamente, come fa Marco Pulici (Michele
Placido).
Solo i giovani, rappresentati da Teresa (Jasmine Trica), sembrano
davvero attenti e sensibili ai problemi di cui soffre il Paese.
Senza
criticare apertamente la condotta del Caimano, quindi di Berlusconi, ma
semplicemente mostrandola per quella che è stata, il "fenomeno"
centrale della storia politica d'Italia dal '94 ad oggi, Moretti
spinge la coscienza dello spettatore a porsi criticamente rispetto a tutte le
notizie e ai fatti a cui ormai abbiamo fatto l'abitudine, tomba di qualsiasi
miglioramento, proponendo l'idea di una (auspicabile) fine di questo periodo storico
caratterizzato da tutte le malefatte e la corruzione che hanno prosperato
intorno alla figura di Berlusconi.
Da notare,
inoltre, come il cinema, ancora una volta abbia dimostrato la sua capacità di
leggere nel presente il germe di un futuro non troppo lontano, che ha infatti
confermato la conclusione del mandato politico di Berlusconi.
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