mercoledì 16 ottobre 2013

L'Italia nello specchio del cinema. "Il Caimano", di Nanni Moretti

di Laura Sabatini

La trama si snoda su di un doppio livello: quello della realtà, che segue le vicende del produttore Bruno Bonomo (Silvio Orlando), e quello della finzione in cui viene rappresentata in forma filmica la sceneggiatura, ispirata ai fatti della vita di Berlusconi, intorno alla quale si snoda l'intero il film. Le vite dei due protagonisti, Bruno ed il Caimano, sembrano avere un andamento diametralmente opposto. Bruno, produttore fallito e pieno di debiti, sta vivendo un periodo difficile, non solo sul piano lavorativo, ma anche su quello personale dal momento che la moglie (Margherita Buy) lo ha appena lasciato chiedendo il divorzio. Contemporaneamente seguiamo l'ascesa del Caimano, da uomo d'affari a uomo politico, al centro dell'interesse pubblico. 

Da un lato il piccolo "buon uomo" che cerca di recuperare i pezzi della sua esistenza andata in frantumi in un mondo sordo alle sue necessità come produttore e ai suoi sentimenti come marito, dall'altro l'uomo ricco, scaltro, senza scrupoli, attorniato da una nuvola di tirapiedi al suo servizio, che manipola l'informazione mediatica a proprio vantaggio.
Superate tutte le difficoltà incontrate per portare avanti questo progetto rischioso, a cominciare dai dubbi che assalgono lo stesso Bruno quando gli viene presentata la produzione di un film dal tema tanto delicato, l'unica speranza per risollevarsi, se non finanziariamente, almeno nella stima dei figli e della giovane regista (Jasmine Trinca) che si è affidata a lui per la produzione del suo primo film, diventa proprio girare anche solo un giorno della vita del Caimano: quello in cui si trova, ormai senza alleati, davanti al tribunale che lo condanna definitivamente.
Questo legame che si forma tra i due personaggi è più volte sottolineato da raccordi d'immagine o di battute nel passaggio tra una scena che coinvolge Bruno e la successiva incentrata sul Caimano.

Interessante, inoltre, il quadro che Moretti dipinge del panorama cinematografico italiano, in cui non solo mancano le risorse, ma gli stessi "addetti ai lavori", i rappresentanti del "vecchio" cinema italiano, sono indifferenti ai temi su cui sarebbe necessario far soffermare l'attenzione del pubblico, come dimostra la prima reazione dello stesso Nanni Moretti quando gli viene proposto di impersonare il Caimano, salvo poi riscattarsi nel finale accettando il ruolo. 
Anche gli attori famosi, necessari poiché senza di essi i produttori non rischiano su di un film opera prima di una giovane regista, finiscono per scegliere lavori di nessuna rilevanza per la situazione sociale o politica del Paese, ma più convenienti economicamente, come fa Marco Pulici (Michele Placido). 
Solo i giovani, rappresentati da Teresa (Jasmine Trica), sembrano davvero attenti e sensibili ai problemi di cui soffre il Paese.

Senza criticare apertamente la condotta del Caimano, quindi di Berlusconi, ma semplicemente mostrandola per quella che è stata, il "fenomeno" centrale della storia politica d'Italia dal '94 ad oggi, Moretti spinge la coscienza dello spettatore a porsi criticamente rispetto a tutte le notizie e ai fatti a cui ormai abbiamo fatto l'abitudine, tomba di qualsiasi miglioramento, proponendo l'idea di una (auspicabile) fine di questo periodo storico caratterizzato da tutte le malefatte e la corruzione che hanno prosperato intorno alla figura di Berlusconi.

Da notare, inoltre, come il cinema, ancora una volta abbia dimostrato la sua capacità di leggere nel presente il germe di un futuro non troppo lontano, che ha infatti confermato la conclusione del mandato politico di Berlusconi.

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